Francia, è rinascita con Blanc

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  1. ·•~Pupa~dj™~•·
     
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    imageBlanc batte Capello

    Chi l'avrebbe mai detto. Chi l'avrebbe mai detto che dopo un de profundis tale in Sudafrica, la malconcia Francia avrebbe avuto la forza di risollevarsi e di tornare in breve ad essere una Nazionale credibile. Dopo l'amaro esordio con la Bielorussia, infatti, sono arrivate tre vittorie consecutive per 2-0 nel girone di qualificazione a Euro 2012, ruolino impreziosito dalla grande affermazione a Wembley contro l'Inghilterra di Fabio Capello.

    E la vittoria amichevole non è arrivata per caso: non basta ai Tre Leoni l'attenuante di esser scesi in campo con una formazione sperimentale per giustificare un risultato sacrosanto, costruito dalla Francia sui recuperi (di uomini e di morale) e sulla multirazzialità. Ma andiamo per gradi. Come già specificato, dopo un inizio stentato con la Bielorussia, figlio delle scorie mondiali non ancora smaltite, la nuova Francia di Laurent Blanc ha incontrato, in sequenza, Bosnia, Lussemburgo e Romania. Già, proprio quella Romania con cui, a Klagenfurt, ci siamo limitati a strappare un 1-1 su autogol. Meglio, molto meglio hanno fatto i 'galletti' che, contro i romeni, hanno conquistato il secondo dei tre 2-0 consecutivi in altrettante gare valide per le qualificazioni europee. Il tutto, lasciando immacolata la porta difesa da Lloris.

    Certo, va anche detto che la gestione precedente ha offerto spunti talmente 'interessanti' da permettere a Blanc di partire con una certezza: quella di non poter fare di peggio. Ed è per questo che, tra il francese ex Inter e Prandelli si può stabilire un confronto oggettivo: entrambi hanno cercato, giustamente, di spazzar via anche le ultime macerie di Domenech e Lippi, guadagnando la stima dei tifosi con la convocazione di chi era stato impopolarmente escluso dai Mondiali sudafricani. Da una parte Balotelli, Amauri e Cassano; dall'altra Mexes, Benzema e Nasri. Peccato che le novità italiane siano tutte concentrate in avanti (e, attualmente, siano divise in modo equo tra 'disponibile', infortunato' e 'fuori rosa'), mentre le tre 'matricole' di Blanc abbiano ricostruito l'ossatura di una Nazionale (completa di 'teschio' se consideriamo anche la convocazione di Frey). Oltretutto, degli undici titolari di Wembley, forse il solo Rami, difensore del Lille, non gode di una grandissima fama; più anonima la situazione degli italiani di Klagenfurt, sintomo di un periodo storico che, con tuttà sincerità, fa rimpiangere qualsiasi generazione passata.

    Come se non bastasse questo velo di malinconia a far disamorare gli italiani dalla Nazionale, ecco che riscoppia il bubbone razzista, che disprezza l'Italia multirazziale e che concentra ogni suo sforzo nella disfida al capro espiatorio Balotelli. Peccato, ancora una volta, che la Francia e Blanc stiano basando la rinascita di una selezione calcistica sugli oriundi: laddove Prandelli, per alcuni, avrebbe già 'sforato' schierando i vari SuperMario, Amauri e Ledesma, i Bleus espugnatori di Wembley annoveravano, tra titolari e subentrati, ben 10 elementi di origine estera. Di questi, 7 hanno discendenza africana: si tratta dei difensori Rami, Sagna e Sakho, dei centrocampisti M'Vila, Nasri e Malouda e dell'attaccante Benzema, molto più protagonista in patria che a Madrid. Da non dimenticare poi, il catalano Lloris, il martinicano Abidal e Malouda, originario della Guyana francese. Una situazione che, probabilmente, provocherebbe un'insurrezione nel 'Belpaese', almeno che... Almeno che gli stessi oriundi contribuiscano alla vittoria di un trofeo, come successe a Camoranesi. E chi fece più pesare al buon Mauro German la sua origine estera dopo il 9 luglio 2006?
     
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